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La Sagra della conserva mara la scoprii una sera di metà agosto degli anni 2000 e da quel giorno diventò un evento imprescindibile dell’anno, finché è durata. Per molti motivi.

Perché per qualche strano effetto miracoloso, pur non sopportando i cibi piccanti, ho amato subito questa specie di nutella ante litteram del popolo contadino fatta di pummitori bruciati allu sule sulle lamie e peparussi mari.

Perché è una sagra vera e non un evento del folklore commerciale salentino.

Perché i Menamenamò che la organizzano sono un un collettivo intergenerazionale, un’associazione culturale a carattere etno-musicale, un gruppo musicale vero e non un evento del folklore commerciale salentino.

Perché Piazza Vittoria a Spongano è meravigliosa. Perché ci ho passato serate memorabili.

Quando quindi mi diedero da fare un ciclo di lezioni sul giornalismo con ragazzi e ragazze della scuola media (secondaria inferiore, sorry) di Spongano, avevo in mente questi scenari.

Uno dei più grandi successi della mia vita lavorativa considero quello di aver fatto conoscere (ebbene sì) e innamorare questi/e ragazzi/e di quello che hanno dietro l’angolo di casa ma che inspiegabilmente è invisibile. Pur avendo importanza storica e antropologica internazionale. E aver fatto loro scrivere di questo invece che di calciatori e veline, come consigliatomi spesso da qualcuno per comodità e, come usa spesso alle periferie dell’Impero, per educare la prole alla sudditanza ai simboli dell’Impero.

Senza dimenticare la preziosa presenza di Pasquale P40, originario della confinante Poggiardo, altrettanto amato e apprezzato durante la sua lezione-show.

Di seguito, ciò che ne venne fuori.

Anno scolastico 2013-2014. Pon “Professione Reporter”. Spongano (Lecce)

Sciamu moi.

Gianluca

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Dall’inizio…alla fine: la mappa del nostro Pon 

(Professione Reporter n. 5 – Spongano)

 

Questo Pon ci è piaciuto molto perché ci ha dato la possibilità di lavorare tutti e tutte insieme. Tra le cose che ci sono piaciute di più, ci sono state le interviste ad alcuni musicisti, cantastorie e cantori della nostra zona diventati famosi. Per realizzare gli articoli ci siamo divisi in gruppi in base ai temi: gruppo musica, gruppo sport e gruppo cronaca. Anche fare articoli sullo sport ci è piaciuto molto e ci ha fatto sentire come veri giornalisti sportivi. Ma come abbiamo deciso che cosa fare e di cosa parlare? Ve lo raccontiamo.

Il primo giorno, facendo un gioco con i post-it (la “mappa concettuale”) sono venuti fuori i temi. Il gioco consiste in questo: da una parola iniziale vengono fuori altre parole che ognuno di noi ha scritto su tre post-it e collegato alle parole vicine come significato. Da questo gioco è uscito fuori un “albero” di concetti con dei rami che rappresentavano ogni argomento: comunicazione tecnologica, giornali e news, comunicazione, cronaca, sport, ambiente, musica. Abbiamo sviluppato, tra questi, tre temi principali: sport, musica e cronaca. Per quanto riguarda lo sport, abbiamo parlato della finale di Champions League, abbiamo intervistato un giocatore di basket e abbiamo fatto una pagina di diario su quello che pensiamo del calcio.

Per quanto riguarda la musica, invece, prima abbiamo ospitato il cantautore P40 nella nostra classe, e poi siamo andati noi, insieme all’altra classe Pon, alla sede dell’associazione Menamenamò qui a Spongano. I Menamenamò ci hanno parlato della loro storia, della musica, delle tradizioni contadine locali e della sagra della “conserva mara”. La signora Pippina Guida, la più anziana del gruppo, ci ha regalato una copia del libro a lei dedicato. Queste storie ci hanno appassionato, ma ci è dispiaciuto che, per la prima volta, l’anno scorso non si sia svolta la sagra come da tanti anni. Noi speriamo che anche grazie a questo incontro quest’estate si riesca a organizzarla di nuovo e farla tornare in piazza Vittoria!

 

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UN POMERIGGIO A “CASA” DEI MENAMENAMO’

Il 16 maggio siamo andati a fare visita alla sede dell’associazione Menamenamò, abbiamo chiesto loro di raccontarci la loro storia, quella del gruppo musicale e quella della Sagra della conserva mara, fondata proprio dai Menamenamò.

Come e quando è nato il vostro gruppo?

Siamo nati nel 1995, in occasione della festa di San Francesco, il 4 ottobre, quando ci si trovava a suonare nella Piazzetta dedicata a San Francesco, a Spongano.

Avete mai cantato in Italia o all’Estero?

Abbiamo suonato in Svizzera due volte, a Zurigo e Losanna, a Venezia, Torino, Firenze e in altre città d’Italia. In Salento dappertutto. Ma il problema è che noi siamo molti, siamo in 11 ed è faticoso e costoso spostarsi. Inoltre in Salento oggi ci sono più di 100 gruppi di pizzica, e quindi dato che noi siamo così numerosi spesso è più facile che chiamino a suonare altri gruppi.

Quali strumenti suonate?

Nei Menamenamò ci sono: il violino, le chitarre, il mandolino, l’armonica a bocca, la “frusta”, le percussioni, il violino a sonagli, i martelli (detti “triccheballacche” a Napoli), il tamburello, i piatti, il cupa-cupa (Paolo Galati, che ora non c’è più, costruì un cupa-cupa con una botte), le maracas, le voci. Dopo si sono aggiunti altri strumenti come il clarinetto e il flauto.

Qual è stata la vostra prima canzone insieme?

Non si sa bene quale sia la prima canzone. All’inizio se ne accennarono tante, ma la più importante rimane quella che porta il nome del gruppo. Le melodie quasi sempre vengono dai Cantori di Spongano, che poi sono confluiti nei Menamenamò.

L’idea del nome è un’invenzione, c’era una canzone il cui testo originario, napoletano, era “Vieni vieni amor”, noi l’abbiamo trasformata in pizzica ed è diventata “menamenamò”. Dalla canzone è nato il nostro nome, dove “mena mena” rappresenta la gioventù, la velocità, la fretta, e invece il “mò” è la saggezza dei vecchi, che ti dicono “stai calmo”, quando stai correndo troppo.

Chi è il direttore artistico del gruppo?

Il direttore artistico è Luigi Mengoli, che ha iniziato le sue ricerche sulla musica popolare nel 1978. Ma la persona più rappresentativa è la Pippina (Giuseppina Guida), che il 4 giugno di quest’anno compie 88 anni! Pippina è stata nominata “testimone della cultura in Italia”. A lei è dedicato il libro “Otala ttorna Pippina” (nella foto, il momento in cui ci ha scritto la dedica sulla copia che ha regalato alla nostra scuola, ndr).

I testi delle canzoni sono frutto di una ricerca storica oppure sono libere elaborazioni?

I testi vengono dalla storia. Si inventavano per chi si voleva bene, per amore, per sdegno, per gelosia. Sono tutte invenzioni antiche del popolo tramandate oralmente, cioè cantate e non registrate. Anche qui, come nel Lazio, c’erano i “cantori a braccio”, che inventavano i canti sul momento, improvvisando, un po’ come fanno oggi i rapper. Poi nel corso del tempo ci sono stati dei cambiamenti: anche i Menamenamò hanno adattato molte cose, sia nei testi che nelle musiche. Quello che manca veramente oggi, però, è una scuola di cantori a braccio, che era la vera ricchezza culturale che è andata perduta.

È nata prima la sagra o il gruppo?

È nato prima il gruppo nel 1995 e poi la sagra nel 1997.

Quest’anno si farà?

La sagra è stata fatta ogni anno fino a due anni fa; quest’anno non si sa ancora se si farà.

Perché l’anno scorso non si è fatta?

L’anno scorso è saltata per mancanza di fondi.

Cos’è la conserva “mara”? Come si fa?

La conserva “mara” è un prodotto della tradizione contadina: si faceva per la cucina, dato che un tempo non esisteva ancora la salsa di pomodoro. Per fare la conserva ci vogliono 4 chili di pomodori! Questo prodotto, nonostante sia particolarissimo e molto elaborato, fino a cinque anni fa era sconosciuta alla Regione Puglia, che non l’aveva nemmeno inserita nei PACT. Poi siamo riusciti a farla rientrare, ma è merito della sagra che ha richiamato l’attenzione su questo prodotto.

Erika Terrizzi,  Letizia Rizzello e Sara Candido

(per i gruppi musica e cronaca)

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La storia di P40, cantastorie dal Duemila ad oggi

Venerdì 9 maggio 2014, nella scuola secondaria di Spongano, è venuto a trovarci Pasquale G. Quaranta detto P40, un simpatico cantautore, cantastorie e menestrello di Poggiardo. Si è presentato nella nostra classe con una chitarra classica e dopo un po’ ha indossato il suo cappello personalizzato (vedi foto). Dopo avergli fatto l’intervista, che potete leggere di seguito, ci ha fatto sentire alcune delle sue canzoni. La prima canzone è stata Olive, che parlava di alberi d’olivo che vengono utilizzati come ornamenti nei parcheggi dei centri commerciali. Il senso di questa canzone è che la gente passa il fine settimana nei centri commerciali e magari compra l’olio che viene da altre parti del mondo di bassa qualità quando, invece, il luogo dove viviamo è pieno di ulivi. Poi ci ha suonato altre canzoni, tra cui Sull’Adriatica, La mente e Mercanti Viaggianti, che è il suo pezzo più famoso e che è molto allegro, ci ha divertito e coinvolto.

E ora, la nostra intervista a P40!

Francesco Ferrari, Luca Elia, Luca Rizzo

 

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Da quanto tempo sei entrato nel mondo della musica?

Da piccolo, quando avevo 6-7 anni, ho imparato a suonare la fisarmonica. Poi, verso i 14-16 anni, ho iniziato a suonare la chitarra e a comporre le mie prime canzoni. Intorno al 2000, invece, è nato P40.

Perché ti sei dedicato alla musica?

Per comunicare quello che sento. Quando ero più giovane, c’erano tanti musicisti a Poggiardo e nei paesi vicini, c’erano rassegne rock e luoghi come il Woodstock Pub di Vignacastrisi. Venivano a suonare da tutta Italia e tutto questo mi è stato sicuramente molto utile, per il mio avvicinamento alla musica.

Che genere di musica ti piace?

Il genere di musica che mi piace è quella dei cantautori italiani e l’Hard Rock in generale.

Cosa esprime la tua musica?

Usi e costumi, vizi e virtù della società contemporanea.

Dove trovi l’ispirazione?

Da tutto quello che mi circonda, diciamo che per l’80% mi viene da quello che vedo, dalle cose che accadono alla gente intorno a me, mentre per il resto mi viene da cose mie, più interiori e private.

Hai mai pensato di entrare in un gruppo?

Da ragazzo suonavo in un gruppo rock, ora invece spesso suono in versione chitarra e voce, come P40, altre volte mi faccio accompagnare da alcuni musicisti e collaboratori.

Qual è stato il tuo più grande successo?

È stata la canzone I mercanti viaggianti (conosciuta anche come Ope ope), che fa parte del mio primo album Io faccio marcheting

Infine, una curiosità: perché ti chiami P40??

…eheheh…all’anagrafe…mi chiamo Pasquale Giuseppe Quaranta. Poi…porto il 40 di piede…eheh!

Elena Zacheo

(per il gruppo musica del Pon)

3 pensieri riguardo “Intervista ai Menamenamò e a P40

  1. Questa è una di quelle interviste post che mirano a divulgare cultura… la mia… soprattutto. .. quella che mi ha visto crescere e la stessa che mi porto nel cuore e trasmetto ai miei figli… che spero trasmetteranno ai loro figli… affinché non si perda e al contrario prenda maggiormente piede. Bel progetto complimenti

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