L’isola che non c’è piú, lo sgombero del rifugio Chez JesOulx

Le Fiabe Atroci ospitano oggi un articolo che parla degli ultimi giorni di vita della Casa Cantoniera Chez JesOulx, in Val di Susa, brutalmente sgomberata il 23 marzo 2021

di Silvia Parmeggiani

Martedì scorso è stata sgomberata la Casa Cantoniera Occupata di Oulx, in alta Val di Susa, che da dicembre 2018 ospitava migranti in transito. L’edificio, abbandonato da anni, aveva ripreso vita, animandosi e accogliendo donne, uomini, bambini e bambine in fuga da guerre, persecuzioni, o semplicemente alla ricerca di un luogo altro in cui vivere. Molti di loro, in viaggio da mesi, avevano percorso migliaia di chilometri a piedi o nascosti su tir, navi e quant’altro, per ricongiungersi con la famiglia già stabilita in Europa.

Il rifugio, detto anche Chez JesOulx – in ricordo della prima occupazione a Claviere sgomberata nell’autunno del 2018 – era molto di più di un tetto sulla testa offerto a chi cercava un ricovero per la notte. Prima che svanisse nel nulla per l’ennesimo sgombero senza senso, ho avuto anche io l’opportunità di viverlo e credo sia importante raccontare e condividere l’esperienza che è stata. Ogni volta che viene spazzato via uno spazio liberato si perde molto di più di un luogo, quattro mura pericolanti: si perdono spazi d’incontro, di attività, di comunità, in questo caso fondamentali per chi ha bisogno di sostare brevemente, di riprendere fiato per proseguire nel viaggio, di ricaricarsi. Eliminando questa oasi si sta togliendo una possibilità di ristoro davvero preziosa, anche capace di salvare vite umane.

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Lockdown Playlist – 50 songs

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Immagine tratta da Orme svelate


Quando una insopportabile disciplina è stata sopportata solo la musica ti può salvare. Sparare musica sulla guerra psichica è l’unica metafora che accetteremo, ora e sempre. 50 canzoni per un lockdown scelte in modo arbitrario. O forse un senso ce l’hanno. Dall’Italia al resto del mondo, ma senza pulsioni patriottiche. Sono state la mia colonna sonora di questi mesi.

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La foto in cui guardo l’assedio dell’Eastmed

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Nel tratto di mare che guardo in questa foto hanno deciso di costruire la piattaforma di approdo di un gasdotto (un altro in Salento, dopo Tap). Ciò è avvenuto grazie alla società Igi-Poseidon, alla multinazionale energetica francese Edison e ai governi israeliano, greco, cipriota e italiano.

L’accordo è stato firmato dal precedente governo Gentiloni nella persona del ministro Carlo Calenda. Il governo attuale è schizofrenico (che novità), da un lato nelle settimane scorse ha richiesto al parlamento europeo nuove valutazioni di impatto ambientale, mentre poche settimane prima Salvini era in Isreale a tranquillizzare i suoi soci in affari su questo gasdotto.[1] Continua a leggere “La foto in cui guardo l’assedio dell’Eastmed”

Cineracconto e i dieci anni prima

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Panorama di Bologna da Villa Spada, 2009

Visto che siamo in tema di #tenyearschallenge, che tradotto significa più o meno #chestavofacendodieciannifa, allora ne approfitto per dire una cosa importante che ho fatto dieci anni fa, e lo faccio nell’occasione della mia prima uscita musicale ufficiale, il mini-disco Cineracconto.

Dieci anni fa, nel 2009, decisi che erano troppi anni che suonavo, scrivevo e componevo cose per me senza riuscire a dare loro una forma accettabile per il mondo esterno, per vari motivi, mia indolenza, mondo difficile, altre cose da fare sempre più importanti, tendenza alla dispersività, paura.

E intanto mi erano successe nella vita tante cose che mi avevano riempito i taccuini, la mente e le orecchie, tante che rischiavano di esondare, e infatti esondarono, proprio nel 2009, ten years ago. Continua a leggere “Cineracconto e i dieci anni prima”

Il Daniele che irrompe nell’alienazione della sinistra

pertini pazienzaDopo anni di cretinizzazione della sinistra, dove le cose più importanti che si riescono a dire collettivamente sono frasi del tipo: “devono parlare solo gli esperti”, “in questo mondo di ignoranti, trogloditi, medievali”, “non ci sono più i professori di una volta, le scuole di una volta, la cultura di una volta, i Pertini di una volta, gli Andreotti di una volta”.

Dopo anni in cui si è totalmente persa qualunque capacità pratica di contrastare il consumismo capitalista che asfissia menti corpi e spiriti, quello che Pasolini chiamava la merda borghese che è un fascismo peggiore del fascismo, ed esserne diventati i più strenui difensori, che ridicolizzano chiunque pratichi alternative di vita, brandendo la virile verga del debunking autoritario (gomblotto!, feik nius!) e vomitando bile contro chiunque legga la realtà non accettando la neoscolastica tecnonazista (questa sì, di matrice agostiniano-medievale).

Dopo anni in cui si è persa qualunque capacità politica collettiva, polverizzata in mezzo ai commenti autoflagellanti su facebook e su twitter, e quello che (r)esiste sono pratiche totalmente illegibili da parte del sistema mediatico, ma sono pratiche che ovviamente esistono, perché esisterà sempre qualcuno che riesce ad andare avanti in mezzo a qualunque totalitarismo, solo che il telegiornale non te lo dice.

Pratiche che rompono lo schema e irrompono nonostante vengano deformate e bullizzate quelle poche volte che arrivano al mainstream, e tra queste, le più importanti, le pratiche di pedagogia alternativa che mettono in pratica (aiuto, la pratica!) quello che da settant’anni stanno dicendo le ricerche pedagogiche più importanti, le marie montessori messe sulle mille lire e dimenticate. Continua a leggere “Il Daniele che irrompe nell’alienazione della sinistra”