“Quando non si capisce una cosa bisogna fare uno sforzo di comprensione, non negare quella cosa. La negazione di ciò che non si capisce genera dei mostri” diceva Giuseppe Bucalo vent’anni fa, agli albori delle pratiche antipsichiatriche, dove anti-psichiatria, come dice lui, etimologicamente è agire prima della psichiatria, non contro. Quando i danni non sono ancora fatti. Oggi tra i danni psichiatrici quotidiani c’è la logica binaria dei social network dove la complessità viene cancellata dai conati reazionari che riducono i problemi filosofici, ecologici, alimentari, sociali e culturali a battaglie di schieramento. Dove la messa in discussione e il superamento di pratiche che hanno raggiunto i loro limiti evidenti – come ad esempio la produzione e il consumo alimentare nella nostra società, per dirne solo una – sono preda di isterie collettive al grido di gomblotto gomblotto, bufala bufala, vegani vegani. Isterie speculari e complementari a chi diffonde sul web bufale e complotti senza praticare il cambiamento che si vorrebbe. Come se, seguendo la logica binaria, a causa dei complottisti che vedono ovunque il Big Pharma spariscano i crimini delle multinazionali petrolifere, alimentari, farmaceutiche e chimiche. Il tempo come sempre spiegherà le cose fuori dalle logiche binarie, perché il tempo non è un’unità binaria come pensa la ragione riduzionista. Il tempo farà i collegamenti che la nostra ragione non riesce più a fare. Spiegherà perché diciamo da quindici anni che “voti ogni volta che fai la spesa”, ed è un voto politico molto più pesante delle fiction elettorali delle post-democrazie capitaliste. Perché diciamo da quindici anni che bisogna cambiare il mondo senza prendere il potere. Perché abbiamo iniziato a dire che un altro mondo, un’altra razionalità, un’altra scienza, un’altra cultura, un’altra intercultura, un’altra politica, un’altra forma di produzione, un’altra forma di convivenza e un altro linguaggio sono necessari. E le pratiche alternative sono in corso, nonostante le isterie e le guerre infinite. Con piacere quindi, ospitiamo questa riflessione. Per andare oltre.
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