Pasolini e la globalizzazione finanziaria

petrolio.jpgPier Paolo Pasolini fu ucciso il 2 novembre 1975. Lasciò incompleto il romanzo Petrolio, ispirato alla figura di Eugenio Cefis, protagonista della scalata ENI-Montedison e probabile fondatore della P2. Le ricerche di PPP prendono avvio da un discorso pubblico in cui Cefis descrive la nascita della finanza multinazionale, che per Pasolini era la causa del furto dell’identità, della storia, della cultura e della dignità dei popoli e la loro riduzione a ridicoli automi servi del mercato e del consumismo. Il film La Macchinazione descrive come PPP fu ucciso da un gruppo neofascista assoldato da “poteri forti”. 

Ma il 2 novembre 1975 gli italiani seppero che Pasolini morì perché era omosessuale e aveva giri torbidi. E 43 anni dopo gli italiani pensano ancora questo. O non pensano più niente perché pensa la finanza multinazionale al posto loro.  Continua a leggere “Pasolini e la globalizzazione finanziaria”

C’era una volta un movimento globale. Che partiva dal personale


di Gianluca Ricciato

 

movimento altermondialista.jpgIl movimento globale dentro di me iniziò in un preciso momento, anche se ci furono molti altri momenti preparatori. Questo preciso momento avvenne durante una festa di laurea in una casa studentesca bolognese. Una festa in cui tutti erano piuttosto alticci o proprio sfatti dai festeggiamenti. Ma io no, e non perché fossi particolarmente virtuoso, ma perché in quel momento avevo dentro un’inquietudine. Ero nervoso. Era la sera del 20 luglio 2001 e nel salone c’era la TV accesa sugli scontri per le strade di Genova, ed era da poco stata data la notizia di un morto. Forse uno spagnolo, sicuramente uno del blocco nero.

Mentre guardavo la TV apparve una foto di questo presunto spagnolo: di spalle, incollato ad una camionetta dei carabinieri bloccata contro un cassonetto riverso dei rifiuti, intento a scagliarle addosso un estintore rosso da distanza ravvicinatissima. La foto fu mandata in onda a lungo, mentre di sottofondo i commentatori blateravano. La guardai a lungo e iniziai a non credere che quello fosse possibile, che non fosse la realtà. Iniziai a non credere a quella foto perché mi sembrava una fiction. Iniziai a pensare che non era così, che quella ricostruzione che stavano dando non fosse vera. Che fosse falsa. Che fosse una fake news come si dice oggi, una bufala. O meglio, come si dovrebbe dire in questi casi, un depistaggio. E non so perché ebbi questa intuizione, visto che normalmente non è che mi occupi di omicidi o cose del genere. Ma quella intuizione era fondata: quella foto non rispecchiava la realtà, ma la deformava, la depistava. Perché, e questo da studente di filosofia estetica lo sapevo, il rapporto tra immagine e realtà è una cosa complessa e non lineare. Un’immagine può essere usata per imporre un’opinione, travisata, mal compresa o manipolata. 

In quel preciso momento, a quell’ora e in quella festa, iniziò dentro di me il movimento globale. Continua a leggere “C’era una volta un movimento globale. Che partiva dal personale”

Le uova di Genova arrivano da Mogadiscio?

Alcuni dettagli fotografici che mostrano particolari della sequenza dell’omicidio di Carlo Giuliani (20 luglio 2001)

alimonda.jpg
Un estintore vuoto. Un ragazzo che vede una pistola puntata ad altezza uomo e solleva l’estintore per tirarlo contro la pistola, un defender dei Carabinieri fintamente bloccato ma immotivatamente fermo in mezzo ad una piazza sfiancata da ore di scontri creati ad hoc dalla Polizia. Lo sparo che arriva da una distanza superiore a 3 metri. Il nome del vero assassino che non riesce a uscire fuori, dopo più di 15 anni. Una giustizia pilotata che parla di “legittima difesa”. L’inizio sanguinario dell’era della globalizzazione finanziaria in Italia.

 

MANO STRANA DETTAGLIO MESSO A FUOCO
MANO STRANA DETTAGLIO MESSO A FUOCO
DETTAGLIO PISTOLA PUNTATA ALTEZZA UOMO
DETTAGLIO PISTOLA PUNTATA ALTEZZA UOMO
DURANTE LA FUGA
DURANTE LA FUGA
DETTAGLIO PLACANICA DURANTE MANOVRA
DETTAGLIO PLACANICA FERITO DURANTE MANOVRA CHE NON STA IMPUGNANDO LA PISTOLA

placanica in ospedale-manovre sulla sua pistola

39 -placanica arriva all'ospedale ferito alla sinistra della testa



 


 

 

Per ulteriori dettagli sulle dinamiche delle violenze leggi anche “Ero al g8”

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Io so

Io so.
Io so i nomi dei responsabili di quello che viene chiamato “golpe” (e che in realtà è una serie di “golpe” istituitasi a sistema di protezione del potere).
Io so i nomi dei responsabili della strage di Milano del 12 dicembre 1969.
Io so i nomi dei responsabili delle stragi di Brescia e di Bologna dei primi mesi del 1974.
Io so i nomi del “vertice” che ha manovrato, dunque, sia i vecchi fascisti ideatori di “golpe”, sia i neo-fascisti autori materiali delle prime stragi, sia infine, gli “ignoti” autori materiali delle stragi più recenti.
Io so i nomi che hanno gestito le due differenti, anzi, opposte, fasi della tensione: una prima fase anticomunista (Milano 1969) e una seconda fase antifascista (Brescia e Bologna 1974).
Io so i nomi del gruppo di potenti, che, con l’aiuto della Cia (e in second’ordine dei colonnelli greci della mafia), hanno prima creato (del resto miseramente fallendo) una crociata anticomunista, a tamponare il ’68, e in seguito, sempre con l’aiuto e per ispirazione della Cia, si sono ricostituiti una verginità antifascista, a tamponare il disastro del “referendum”. Continua a leggere “Io so”

Un sabato qualunque?

Per uscire dalla paranoia, bisogna decidere di uscirne e iniziare a partecipare. Questo per me vale nelle cose personali e in quelle politiche, che spesso sono più collegate di quello che sembra.

Quello che mangi ad esempio, è una cosa personale e anche politica, deriva da scelte personali e culturali, può curare e fare ammalare me e il mondo.

Da quando hanno cominciato a parlare di sovranità alimentare i movimenti zapatisti messicani e i Sem Terra brasiliani a metà degli anni Novanta, Josè Bove in Francia e Vandana Shiva in India, da quando sono nate Genuino Clandestino e le reti dell’economia solidale per reclamare e praticare la riappropriazione del settore agroalimentare – come un collettivo di persone decide di coltivare, scambiare, vendere e consumare semi, frutti e trasformati agricoli – ma soprattutto da quando siamo entrati nell’epoca dell’imperialismo economico in cui diventano “proprietà intellettuale” anche i semi e le piante, le parole politica e partecipazione hanno assunto significati diversi. Continua a leggere “Un sabato qualunque?”