Perché ho messo una delle copertine di Carta come logo delle Fiabe Atroci? Perché Carta era un settimanale, anomalo per l’Italia, libero e molteplice, che proponeva al pensiero, ai partiti e ai movimenti progressisti italiani di fare un passo avanti e accogliere il paradigma zapatista ed ecologista, quello che metteva al centro le relazioni tre le persone, tra i popoli, e tra i popoli e i territori.
Una parte di società italiana, piccola, è andata avanti su questa strada, ha sviluppato pratiche mirabili: ha fondato scuole alternative alle carceri conosciute, ha iniziato a fare la spesa in modo genuino e clandestino rispetto alle boutique e ai non luoghi, ha fondato reti e comunità, ha messo in discussione il consumismo dentro di sé, ha capito che si può pensare, vivere, curarsi, mangiare e fare le relazioni in modo diverso da quello che sembra ovvio in quanto unica narrazione conosciuta dalla nascita.
Un’altra parte consistente e maggioritaria di società invece non ha colto: è oggi divisa tra due squadre di burattini senza fili, la squadra dei fascisti e quella degli scientisti, che si fanno la guerra sul nulla, ogni giorno, nel mondo virtuale e in quello reale.
Non è disposta a cambiare di una virgola il proprio stile di vita ma ha bisogno di sentirsi intelligente e avere ragione rispetto all’altra parte. Non ha la minima idea di come fare ad uscire dalla crisi di civiltà e vomita bile contro il suo nemico: negri froci e zingari per i burattini di una parte, vegani no vax e omeopati per i burattini dell’altra parte. Questo ogni giorno fomentano i media, inventando emergenze immaginarie, e questo fanno i burattini oggi. L’altro ieri erano l’antrace e i no global. Dopodomani saranno altri ancora i simboli della paura. Le dittature classiche non funzionano più, e questo chi detiene il potere e si alimenta con il consenso individuale lo sa. La guerra va fatta tra faide di massa, non dal basso verso l’alto. Ma forse in fondo è sempre stato così, oggi è solo più raffinato e “scientifico”.
E’ antipatico parlare così?
Può darsi. Ma all’ennesima vergognosa stronzata letta per caso e non riuscita ad evitare, anche l’animo nonviolento vacilla.
Esticazzi. Ogni tanto.
Gianluca Ricciato
Roma, 20 settembre 2018