Zollino, 8 aprile 2020 – Due tipi sospetti sono stati identificati dalle telecamere a circuito chiuso, installate dalle forze di polizia nei pressi di un’aiuola. Si tratta di una leguminosa, nota come «Pisello nano», 4 mesi, di Zollino, con numerosi precedenti penali: manifestazioni di vita non autorizzate, attività finalizzate allo spaccio di sostanze altamente nutritive, dispersione illegale di azoto nel terreno e turbamento dell’ordine multinazionale precostituito. Continua a leggere “Coronavirus: denunce e multe. Nei guai due vegetali con precedenti penali”
Resoconto di un emozionante pomeriggio dedicato a Estrattivismo, diritti dei popoli e diritti della Natura, in cui il movimento No Tap e la popolazione salentina hanno incontrato Alberto Acosta Espinosa, costituzionalista e intellettuale interno ai processi ecuadoregni. Acosta è uno dei teorici fondatori della filosofia del “buen vivir” emembro del Tribunale Internazionale dei Diritti della Natura.1 Come Presidente della Assemblea Costituente di Montecristi, nel 2008 approvò la nuova Costituzione ecuadoregna, la prima a riconoscere la Natura come soggetto di diritti.
Un incrocio di forze astrali nel passaggio del millennio, che apre un passaggio extrasensoriale verso un altro mondo possibile, uno squarcio nella noiosa seriale narrazione quotidiana dell’orrore scintillante consumista, dove l’etica, l’estetica, la logica, la verità hanno dei canali prestabiliti e non esistono altri pensieri possibili.
Tutto inizia a cambiare a cavallo tra i due millenni.
I primi vertici del nuovo villaggio globale, lo zapatismo del Chiapas, la nuova autonomia, la richiesta di principi di precauzione, la rivolta di Seattle. Napoli, Goteborg, Genova. La verità sulle multinazionali farmaceutiche, petrolifere, agro-chimiche, verità già narrate nei quotidiani nazionali, ma mancano i passaggi, i collegamenti, le interpretazioni perché nel mare inutile dell’informazione quotidiana la notizia di oggi lava quella di ieri.
Lo squarcio che si apre è proprio quello sull’orrore violento dell’economia predatoria capitalista, che schiavizza il Sud del mondo e aliena il Nord, distruggendo l’esistente, terra, piante e animali.
E ora si scopre che il dio denaro è nudo. Si sa già tutto, basta solo fare i collegamenti. Ma la novità di questa inedita forma di dominio più virtuale che reale è proprio questa: non si censura la notizia, si rendono incapaci le menti di fare i collegamenti. E’ una guerra psichica quotidiana, apparentemente pacifica, che diventa violenta quando qualcuno cerca di svelarne i meccanismi: allora quelle menti si rivoltano contro la verità, e contro sé stesse principalmente.
Non è un discorso facile da fare, è un discorso di una complessità profonda, globale. Ci siamo coinvolti/e tutti/e nella guerra psichica, siamo vittime e carnefici di noi stessi/e, ma gli squarci di liberazione sono inenarrabile fonte di ossigeno, vita e felicità. Chi invece tratta con superficialità questa situazione, non fa che produrre danni peggiori, riproducendo il sistema che vorrebbe combattere. Come quelli che giocano al machismo sulle barricate.
Dal 2001, fino ad oggi, pistole, bombe, manganelli e depistaggi informativi quotidiani, spesso raffinatissimi come quello di far credere che “possa parlare di genocidio solo chi è laureato in genocidio” hanno provvisoriamente spezzato i collegamenti, e tengono in vita un sistema in coma, sempre più violento.
Ma l’oscena bellezza della verità, ormai, ha rotto gli argini della morale consumista.
Se non si era capito finora, questo è un blog devoto agli Almamegretta e ostile al golpe globale neoliberista che sta divorando terra e libertà, e questo spiega anche il perché le Fiabe Atroci siano favorevoli alla realtà e contrarie all’attualità, amanti dei sensi e dell’intelligenza sensibile e stanche dei razionalismi ottusi e del pragmatismo economicista e scientista
A 15 anni dal G8 di Genova imperversano ovunque stati di polizia senza scrupoli, Ttip deliranti, poteri transnazionali criminali, guerre, crisi econonomica ed ecologica, alienazione individuale e sociale: cosa serve ancora per farci capire che mettersi in discussione e costruire un altro mondo è necessario e urgente?
Per molte e molti che l’hanno vissuto, o con cui hanno avuto un contatto, il summit dei G8 del 2001 a Genova è stato un grande male e un grande bene. Già questa stessa contraddizione ha spesso segnato l’interpretazione di quegli eventi. In alcuni casi ha prevalso la sensazione di terrore, di orrore rispetto a una violenza cieca, in altri ha prevalso il desiderio e il bisogno di andare avanti e costruire qualcosa di nuovo, di inedito rispetto alla situazione che avevamo intorno. Probabilmente in moltissime persone queste emozioni hanno convissuto al proprio interno e si sono alternate. In me è stato così e forse lo è ancora. Continua a leggere “15 anni sono abbastanza per fermare il golpe globale”