La mansarda di via Marsala

Caso eccezionale in questo blog, ospito una fiaba atroce non mia, un racconto di Antonello Liberatoscioli, che narra delle vicende avvenute in una famosa strada del centro bolognese nel bel mezzo degli anni Novanta. 

****************** 

Camminiamo per la strada e ci infiliamo in quel viottolo di via Marsala. Bologna è una città ancora inesplorata per noi e via Marsala sembra essere una via particolare nella sua asimmetria, molto suggestiva. Il sole picchia ancora forte, anche se siamo a settembre, d’altronde sarà mezzogiorno circa.

Saliamo nell’antica casa nell’ombra e nel freschetto di quei muri spessi e malmessi. Una signora ci apre la porta e ci inizia a far vedere l’abitazione. È un grande appartamento mansardato, una specie di open space, dove si passa senza accorgersene dalla cucina alla sala comune e molto spaziosa alle camere da letto. Un’enorme porta-finestra scorrevole delimita l’appartamento dal terrazzo. Anche il terrazzo è di notevole dimensione, con un tavolino messo al centro e fatto apposta per passarci intere giornate a leggere o a discutere amabilmente. Continua a leggere “La mansarda di via Marsala”

Un anno

Da oggi è passato un anno.

Ci ho pensato se avesse senso scrivere qualcosa che abbia senso, ma una delle cose che mi ricordo di Alessandro è quella che usare le parole era il suo modo fondamentale per fare le rivoluzioni e seguire le utopie. Rivoluzioni dolci e utopie gioiose. Le sue parole erano affetto, gioco, provocazione, militanza, amicizia, amore. E facevano parte di quello che dentro di me è sempre stato “il sogno”.

Non è facile dire che non sono tutte uguali le morti, al di là del legame che si ha, non è facile dirlo riuscendo ad essere convincenti. Ci sono morti che ti lasciano molto più di un’assenza, ti lasciano l’impossibilità di continuare a fare un percorso perché non ci sono sostituti possibili. Al di là del vuoto esistenziale che è sempre la cosa che senti di più sul momento.

Allora te ne devi inventare altri, di percorsi.

 

                 ###################################################

Se n’è andata Alessandro Zijno, attivista transfemminista e queer

Bologna, 17 settembre 2011
Oggi alle 13.15 all’Hospice dell’Ospedale Bellaria di Bologna se n’è andata Alessandro Zijno (l’Ambigua), attivista transfemminista e queer. Era una delle fondatrici del Laboratorio Smaschieramenti – Atlantide di Bologna. Con le sue ultime energie è stata con noi in piazza Re Enzo al presidio per Atlantide l’8 aprile 2011. La foto che inviamo la ritrae, in tutto il suo splendore, alla Stranabologna del 2 ottobre 2009.
Con lei abbiamo immaginato e cercato di realizzare un presente favoloso oltre i binarismi uomo/donna, maschile/femminile, etero/omosessuale. Ne parliamo al femminile, come lei stessa spesso faceva per scelta personale-politica.
Nel dolore ciascun* di noi porterà con sè il ricordo della sua onestà, della sua forza empatica, della sua ironia. Cercheremo di fare tesoro di quello che Ale ci ha dato per proseguire il percorso che abbiamo condiviso con lei, interrogandoci sulle nostre pratiche politiche, spesso inadeguate a farsi carico delle sitazioni di vita più difficili.
Ci stringiamo attorno a Bea, a Gabriella, ai familiari d’origine e ai familiari di fatto, a tutt* quell* che l’hanno amata e che le sono stat* vicin* fino alla fine.
I/le compagn* del Laboratorio Smaschieramenti/Antagonismogay e dei collettivi di Atlantide comunicano a chi voglia salutare Ale che la camera ardente sarà aperta domani, domenica 18 settembre dalle 7.30 alle 11.30 e lunedì 19 settembre dalle 7.30 alle 9 e dalle 11 alle 14.00 presso l’ospedale Bellaria di Bologna.
 
La cerimonia civile si terrà dalle 15 alle 17 al Pantheon del cimitero “Certosa” di Bologna, Via della Certosa, 18.
Lo spazio dei commenti del blog smaschieramenti.noblogs.org è a disposizione di chi voglia condividere un ricordo.
Laboratorio Smaschieramenti
Antagonismogay
Clitoristrix Femministe e Lesbiche
Nulla Osta

La resistenza del viandante. Appunti di viaggio dal Locomotive Jazz Festival ’12 di Sogliano Cavour

un altro pezzo proveniente direttamente dall’agosto duemiladodici e pubblicato originariamente sul blog della Cellula Paesologica salentina

The day after

Vado a fare colazione a Sogliano, che è già tarda mattina per la campagna che attraverso, dove ci sono gli abitanti che già vanno in cerca di fichi e perine sugli alberi, segno che è arrivato agosto in queste lande. Sono fortunatamente pochi i kilometri che devo fare e questo è sempre stato un buon motivo per partecipare al Locomotive Jazz Festival in questi sette anni, oltre al periodo favorevole dell’anno, ma non è solo questo il motivo.

A Piccapane si svegliano, preparano frise e caffè, che ieri sera c’è stata festa anche qui, in linea d’aria pochi passi dal centro di Sogliano city, sbircio per vedere se c’è già vita mentre sfreccio (si fa per dire) con la Lancia fin de siècle.

The day after non presenterebbe segni della serata precedente se non fosse per la grande impalcatura di Piazza Diaz che con la luce del giorno sembra ingombrante, mentre ieri sera, e le altre sere da quando il festival si è trasferito qui, era armoniosamente collegata con le case bianche, la chiesa gialla dell’Annunziata, il Campanile.

Finisco di nuovo per sbaglio a parcheggiare sul cartello “Non parcheggiare qui per favore che devo entrare il motore”, e come ieri sera la sposto perché mi sembra convincente il motivo, magari  poi ieri sera lo doveva entrare ma stamattina lo deve uscire, il motore. Mentre percorro a piedi la strada per tornare dopo poche ore al bar di Piazza Diaz, mi fissa l’ambulante della frutta per vedere se posso prendergli qualcosa, ma io intanto fisso l’uomo addormentato sulla panchina accanto a lui che pende verso sinistra, per vedere se finirà disteso nella panchina in questo frattempo.

continua qui  –>

La resistenza del viandante. Appunti di viaggio dal Locomotive Jazz Festival ’12 di Sogliano Cavour.