Fiaba tossica 1. La canna mimetica

È una di quelle poche volte che accettiamo di andare a una festicciola di parenti, piccola, una cena all’aperto. Giusto perché è in campagna e si sta bene. Lungi da me è sempre stato costringere una mia amica a cerimonie tardomeridionali, dove la domanda implicita o esplicita in agguato è sempre quella: “quando vi sposate?” Dato che è inutile spiegare quello che siamo perché sarebbe fantascienza, evitiamo. Ma ogni tanto no. Come questa sera che è iniziata l’ultima decade di agosto e la luna è piena. Mangiamo l’anguria e i dolci e ci congediamo con saluti calorosi e “quando volete passare noi stiamo sempre qua”.

Lo spartiacque tra questo mondo e quello ormai lo so qual è. Non c’è nient’altro che ha diviso e divide questi due mondi quanto la droga. Perciò appena usciti da lì abbiamo solo un desiderio, buttarci in spiaggia e farci una canna. Dalle stradine di campagna si arriva in prossimità del mare, mi avventuro e con un po’ di fortuna incrocio la provinciale conosciuta. Prima di andare in spiaggia ci rendiamo conto che come al solito la lancetta della benzina della Uno è appoggiata sotto lo zero e allora entriamo a Gallipoli dove ci sono i distributori.

Supero la prima rotonda e mi immetto sul viale che porta al centro, i distributori sono dall’altro lato della strada e c’è troppo traffico per riuscire ad entrarci, vado avanti e faccio la seconda rotonda per tornare indietro sull’altro lato. Mentre sto girando mi rendo conto che una macchina della finanza si sta per immettere nella rotonda subito dopo il mio passaggio, la quale difatti si aggancia subito al culo della mia Uno in modo da osservare meglio quanto è vecchia e sporca e cosa c’è scritto su quel rettangolino adesivo accanto alla targa: “Stop Esso”, retaggio di qualche manifestazione dell’epoca del movimento antiglobal, che ha subìto qualche anno di intemperie ma è ancora visibile. Poi la macchina in realtà la prendo solo quando torno qui in vacanza, quindi si è anche mantenuto bene. Continua a leggere “Fiaba tossica 1. La canna mimetica”

DAL SUD

Io vengo dal sud…

Io vengo dal sud

Dove c’è un tempo pagano

Ricoperto dai detriti…

Dai detriti radioattivi

Dove le passioni sotterranee

All’ombra dei campanili

Sono state scippate

Dalle TV private

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