Raccolta di cose varie realizzate da Gianluca Ricciato sul movimento altermondialista, sulle sue tematiche di ieri e di oggi, sul G8 di Genova del 2001, sulla necessità di un altro mondo possibile e sulle pratiche per cambiare il mondo senza prendere il potere

VENT’ANNI DOPO – GENOVA 2021

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Genova qui e ora è una città che si sporge ancora sul Mediterraneo.

Genova qui e ora è anche una città, “quella in cui affiorano l’amarezza e la grandiosità dei sogni”, come scrisse il marsigliese Izzo nel suo ultimo libro poco prima di morire. 

Genova qui e ora è molto più di una città, è un modo di vivere vecchio e nuovo al tempo stesso che in quei giorni ci assalì. 

Genova qui e ora è un concentrato di desideri che da allora non se ne è più andato, anzi che esonda più passa il tempo e più si avverano quelle cose. 

Genova qui e ora è l’esibizione spettacolare di una catapulta che ci sputava fuori dal ‘900 dopo aver distrutto tutte le cose belle del ‘900, la vita, l’arte, la bellezza, la trasgressione, le avanguardie, i quartieri, i teatri, i cinema, le trattorie, la solidarietà delle comunità, e ci aveva lasciato in preda ad un futuro tecnocratico senza futuro. 

GENOVA QUI E ORA

 


1 via del campoIl movimento globale dentro di me iniziò in un preciso momento, anche se ci furono molti altri momenti preparatori. Questo preciso momento avvenne durante una festa di laurea in una casa studentesca bolognese. Una festa in cui tutti erano piuttosto alticci o proprio sfatti dai festeggiamenti. Ma io no, e non perché fossi particolarmente virtuoso, ma perché in quel momento avevo dentro un’inquietudine. >>

C’ERA UNA VOLTA UN MOVIMENTO GLOBALE. CHE PARTIVA DAL PERSONALE


Limes Marzo 2001

Un incrocio di forze astrali nel passaggio del millennio, che apre un passaggio extrasensoriale verso un altro mondo possibile, uno squarcio nella noiosa seriale narrazione quotidiana dell’orrore scintillante consumista, dove l’etica, l’estetica, la logica, la verità hanno dei canali prestabiliti e non esistono altri pensieri possibili.

Tutto inizia a cambiare a cavallo tra i due millenni.

I primi vertici del nuovo villaggio globale, lo zapatismo del Chiapas, la nuova autonomia, la richiesta di principi di precauzione, la rivolta di Seattle. Napoli, Goteborg, Genova. La verità sulle multinazionali farmaceutiche, petrolifere, agro-chimiche, verità già narrate nei quotidiani nazionali, ma mancano i passaggi, i collegamenti, le interpretazioni perché nel mare inutile dell’informazione quotidiana la notizia di oggi lava quella di ieri.

Lo squarcio che si apre è proprio quello sull’orrore violento dell’economia predatoria capitalista, che schiavizza il Sud del mondo e aliena il Nord, distruggendo l’esistente, terra, piante e animali. >>

L’OSCENA BELLEZZA DELLA VERITA’


01 es geht auch anders.jpgLe lotte per diffondere la sensibilità sui temi ecologisti sono state tante negli ultimi decenni. Questo testo registra alcuni mesi di vita di un’esperienza tutt’ora in corso, che affonda le radici nei movimenti tedeschi degli anni ’70-’80 e viaggia ai nostri giorni nelle piazze d’Italia. Si tratta della “Mobil”, casa ecologica itinerante. >>

EDUCARSI ALLA DECRESCITA. LA MOBIL


2 alimondaQualche giorno fa la scuola Diaz di Genova, teatro del noto massacro delle forze dell’ordine ai danni di manifestanti inermi durante il summit G8 del 2001, ha ospitato per la prima volta un incontro pubblico riguardante quei fatti. (*) Esattamente 15 anni dopo, nella palestra dell’edificio genovese, hanno preso la parola i rappresentanti di Amnesty International e dell’Osservatorio sulla Repressione, i genitori di Carlo Giuliani, alcune delle vittime di quella nottata e l’autore del libro «Happy Diaz». Proprio nei giorni in cui la Corte europea dei diritti dell’Uomo di Strasburgo condanna l’Italia per le torture alla Diaz. Proprio nei giorni in cui il Senato italiano, con perfetto tempismo, affossa il disegno di legge sul reato di tortura. >> 

RITORNO ALLA DIAZ


carta carloUn estintore vuoto. Un ragazzo che vede una pistola puntata ad altezza uomo e solleva l’estintore per tirarlo contro la pistola, un defender dei Carabinieri fintamente bloccato ma immotivatamente fermo in mezzo ad una piazza sfiancata da ore di scontri creati ad hoc dalla Polizia. Lo sparo che arriva da una distanza superiore a 3 metri. Il nome del vero assassino che non riesce a uscire fuori, dopo più di 15 anni. Una giustizia pilotata che parla di “legittima difesa”. L’inizio sanguinario dell’era della globalizzazione finanziaria in Italia. >>

LE UOVA DI GENOVA ARRIVANO DA MOGADISCIO?


a carlo genova caruggi

E ora che è arrivato un altro luglio, arriva anche nelle Fiabe Atroci questa che è una storia veramente atroce. Sono cambiate le cose da quando fu scritta, molte cose sono state scoperte e molte altre ulteriormente insabbiate, se è possibile insabbiare ancora. Se è possibile insabbiare all’infinito. >>

ERO AL G8


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21 luglio 2016. Per la prima volta dopo 15 anni si svolge un incontro all’interno della scuola Diaz di Genova, teatro del massacro durante la notte tra il 20 e il 21 luglio 2001, durante il vertice del G8 

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HAPPY DIAZ – 15 ANNI DAL G8 (VIDEO)


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A 15 anni  dal G8 di Genova imperversano ovunque  stati di polizia senza scrupoli, Ttip deliranti, poteri transnazionali criminali, guerre, crisi econonomica ed ecologica, alienazione individuale e sociale: cosa serve ancora per farci capire che mettersi in discussione e  costruire un altro mondo è necessario e urgente? >> QUINDICI ANNI SONO ABBASTANZA PER FERMARE IL GOLPE GLOBALE


questo è cefisPier Paolo Pasolini fu ucciso il 2 novembre 1975. Lasciò incompleto il romanzo Petrolio, ispirato alla figura di Eugenio Cefis, protagonista della scalata ENI-Montedison e probabile fondatore della P2. Le ricerche di PPP prendono avvio da un discorso pubblico in cui Cefis descrive la nascita della finanza multinazionale, che per Pasolini era la causa del furto dell’identità, della storia, della cultura e della dignità dei popoli e la loro riduzione a ridicoli automi servi del mercato e del consumismo. Il film La Macchinazione descrive come PPP fu ucciso da un gruppo neofascista assoldato da “poteri forti”. 

Ma il 2 novembre 1975 gli italiani seppero che Pasolini morì perché era omosessuale e aveva giri torbidi. E 43 anni dopo gli italiani pensano ancora questo. O non pensano più niente perché pensa la finanza multinazionale al posto loro.  >>

PASOLINI E LA GLOBALIZZAZIONE FINANZIARIA


“Il sole di luglio” è una canzone che riguarda i famosi fatti del G8 del 2001, che vengono qui narrati da una prospettiva totalmente interiore. Chi parla è la mente di un ragazzo che si trova in quei giorni sulle strade di Genova, una mente che si sdoppia, si dissocia per necessità e inizia a vedere attraverso frammenti quello che sta succedendo alla sua persona e alle altre intorno, conosciute e sconosciute. Da questi frammenti inizia a ricostruire cosa sta succedendo al mondo e al tempo che si è trovato a vivere. E proprio questa comprensione sarà il motivo per continuare, nonostante i caschi, i manganelli, la follia e le maschere del potere. >>

IL SOLE DI LUGLIO


GENOVA

Mi risale un brivido, quello di questi anni, del dentro e del fuori, e mille immagini di me di noi e degli altri. Il mondo che prende un senso assurdo per chi non lo condivide – “ma tu fai la cosa giusta te l’ha detto quel calore” – gli oggetti parlano di cose nuove, tutto quello che hai intorno parla, il fornello manda messaggi di ecologia profonda e le dolci memorie fuorilegge e fuorimorale sono rimaste incise sulle mattonelle degli anni ’70 di questa casa in affitto, degradata ma in un quartiere bene della città dei ciccioli. La nuova era, la nuova etica nostre assorbite e triturate dal vecchio mondo delle rappresentazioni che mentre implode su se stesso si fa il restyling facendosi chiamare “società del 2000” e intanto inventa ogni mese una nuova generazione di oggetti radioattivi, e intanto ammicca e sorride maligno alle nostre giovani facce solidali olistiche e rinnovabili perché spera che con le nostre pratiche lo manterremo in vita, spera che il nostro ordito continuerà a tessere le trame di una comunità umana disintegrata dal doppio mediatico. A patto che facciamo i bravi però, che non rompiamo troppo le palle con gli stili di vita strani e con l’occupazione delle strade. >>

IL TEMPO SI E’ FERMATO A GENOVA


Pandemia o meno infatti, che la maggior parte tra le/i presenti a questi flash mob abbiano in comune l’aver messo in discussione da tempo gli stili di vita a cui siamo stati sottoposti dalla nascita, che abbiano lavorato sulle scelte alimentari di consumo, sull’impatto ambientale, sul modo di educare le nuove generazioni e, non ultima, sulle possibilità di cura e su tutto ciò che ruota attorno a questo argomento: ed è proprio questo forse il punto critico più forte e più difficile da affrontare, perché negli ultimi decenni le voci critiche verso l’approccio medico riduzionista e meccanicista, e sui suoi legami con il modello capitalista distruttivo, si sono moltiplicate. Spesso il potere e i suoi ripetitori mediatici hanno sfruttato e amplificato i punti deboli delle cosiddette terapie alternative o degli stili di vita non conformi, associando questi percorsi a maghi, stregoni, pazzi e ciarlatani, quando nella maggior parte dei casi chi si ritrova a cercare alternative lo fa partendo da medici, esperti e scienziati che stanno sperimentando nuovi modelli, non da santoni.

Ma tutto questo va ben oltre l’alimentazione e la sanità, secondo me. Tutto quello che sta succedendo da un anno, in particolare nella declinazione italiana, ha a che fare con il controllo sociale di una fase di capitalismo globale nata molto prima del covid: probabilmente l’affermazione politica della globalizzazione capitalista e dei suoi corollari socio-economici, dall’ossessione hitech-biotech alla finanziarizzazione della politica, è avvenuta definitivamente tra i mesi estivi del 2001, tra la repressione delle giornate genovesi contro un movimento che invocava un altro stile di vita per un altro mondo possibile, e lo spettacolo surreale degli aerei dirottati sulle Twin Towers e conseguente guerra infinita globale. Da allora lo stato di psico-polizia mondiale non è mai finito, e la politica della psicosi ha dettato l’agenda politica di qualunque partito che facesse parte delle cosiddette democrazie occidentali, ormai svuotate tra l’altro di senso visto che le decisioni reali le prendono i meccanismi transnazionali.

RESISTERE BALLANDO: IL MOVIMENTO DANSER ENCORE


Il luogo esatto in cui è stata fondata la società della paura ed è iniziata la psicosi di massa che stiamo vivendoVisibile in una mappa di Genova, 20 anni dopo. Le zone rosse sono l’arma del terrorismo globale.

Zone rosse