Salento, l’estate della svolta. I nuovi nomi dei monumenti

Riporto un interessante articolo della giornalista Silvana Nuvola apparso sul sito Bellosalento.it

porco dior

Salento, l’estate della svolta.

I nuovi nomi dei monumenti

di Silvana Nuvola

Lecce, 28 agosto 2020 – A fine estate possiamo annunciare con gioia che per il Salento l’estate del Covid non solo è salva, ma è stata addirittura l’estate della svolta. Simbolo di questo successo è la scelta delle amministrazioni di Lecce e Galatina – di opposta fazione nella fiction elettorale ma unite nelle politiche di sudditanza al capitale – di modificare il nome dei due monumenti rispettivamente più rappresentativi. Grazie all’indimenticabile sfilata di moda pinkwashing svoltasi nella capitale del Salento lo scorso 22 luglio e seguita da tutta Italia, è stato scelto con lungimiranza e acume politico di rinominare la splendida Piazza Duomo, che da oggi diventa giustamente Piazza Dior. La scelta, proposta dal sindaco Michele Salvemini e votata all’unanimità da tutta la giunta, è stata accompagnata dal plauso di tutte le forze politiche regionali e nazionali, ad eccezione di una piccola parte di complottisti insurrezionalisti che ha sostenuto una oziosa querelle sui muri della città, basata sulla fake news secondo cui sarebbero state utilizzate in modo inappropriato le parole di una terrorista degli anni Settanta, tale Carla Lonfo.

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Coronavirus: denunce e multe. Nei guai due vegetali con precedenti penali

pisello nano

di Las Manitas

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biani troiaZollino, 8 aprile 2020 – Due tipi sospetti sono stati identificati dalle telecamere a circuito chiuso, installate dalle forze di polizia nei pressi di un’aiuola. Si tratta di una leguminosa, nota come «Pisello nano», 4 mesi, di Zollino, con numerosi precedenti penali: manifestazioni di vita non autorizzate, attività finalizzate allo spaccio di sostanze altamente nutritive, dispersione illegale di azoto nel terreno e turbamento dell’ordine multinazionale precostituito. Continua a leggere “Coronavirus: denunce e multe. Nei guai due vegetali con precedenti penali”

2001 L’oscena bellezza della verità

Un incrocio di forze astrali nel passaggio del millennio, che apre un passaggio extrasensoriale verso un altro mondo possibile, uno squarcio nella noiosa seriale narrazione quotidiana dell’orrore scintillante consumista, dove l’etica, l’estetica, la logica, la verità hanno dei canali prestabiliti e non esistono altri pensieri possibili.

Tutto inizia a cambiare a cavallo tra i due millenni.

I primi vertici del nuovo villaggio globale, lo zapatismo del Chiapas, la nuova autonomia, la richiesta di principi di precauzione, la rivolta di Seattle. Napoli, Goteborg, Genova. La verità sulle multinazionali farmaceutiche, petrolifere, agro-chimiche, verità già narrate nei quotidiani nazionali, ma mancano i passaggi, i collegamenti, le interpretazioni perché nel mare inutile dell’informazione quotidiana la notizia di oggi lava quella di ieri.

Lo squarcio che si apre è proprio quello sull’orrore violento dell’economia predatoria capitalista, che schiavizza il Sud del mondo e aliena il Nord, distruggendo l’esistente, terra, piante e animali.

E ora si scopre che il dio denaro è nudo. Si sa già tutto, basta solo fare i collegamenti. Ma la novità di questa inedita forma di dominio più virtuale che reale è proprio questa: non si censura la notizia, si rendono incapaci le menti di fare i collegamenti. E’ una guerra psichica quotidiana, apparentemente pacifica, che diventa violenta quando qualcuno cerca di svelarne i meccanismi: allora quelle menti si rivoltano contro la verità, e contro sé stesse principalmente.

Non è un discorso facile da fare, è un discorso di una complessità profonda, globale. Ci siamo coinvolti/e tutti/e nella guerra psichica, siamo vittime e carnefici di noi stessi/e, ma gli squarci di liberazione sono inenarrabile fonte di ossigeno, vita e felicità. Chi invece tratta con superficialità questa situazione, non fa che produrre danni peggiori, riproducendo il sistema che vorrebbe combattere. Come quelli che giocano al machismo sulle barricate.

Dal 2001, fino ad oggi, pistole, bombe, manganelli e depistaggi informativi quotidiani, spesso raffinatissimi come quello di far credere che “possa parlare di genocidio solo chi è laureato in genocidio” hanno provvisoriamente spezzato i collegamenti, e tengono in vita un sistema in coma, sempre più violento.

Ma l’oscena bellezza della verità, ormai, ha rotto gli argini della morale consumista.

Limes Marzo 2001
http://www.limesonline.com/sommari-rivista/i-popoli-di-seattle

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