Irrompe nel discorso politico di queste settimane il testo della Confluencia femminista “Un’economia femminista per un mondo in trasformazione”, a ricordarci come ecologia e femminismo dovevano essere sovversione del capitalismo, non giardinaggio e passeggiate, e nemmeno occasioni di assimilazione nel sistema senza mettere in discussione il logocentrismo del patriarcato tecnocratico. Agroecologia, ecofemminismo e mediattivismo: le parole scippate dell’inizio millennio antiglobal sono state state pratiche di vita smorzate? Ci hanno davvero rubato l’agibilità politica in questi venti anni di millennio globalizzato?
“La chiesa dice: il corpo è una colpa
La scienza dice: il corpo è una macchina
La pubblicità dice: il corpo è un affare
Il corpo dice: io sono una festa”
Eduardo Galeano