L’anima libera è rara, ma quando la vedi la riconosci: soprattutto perché provi un senso di benessere, quando gli sei vicino.
Charles Bukowski
Il distacco delle menti dai corpi, della ragione dalle emozioni, del sé dal mondo non avviene in due anni.
L’accettazione della narrazione totalitaria della globalizzazione è stato un processo lungo decenni che a sua volta aveva le radici nella società capitalista fordista e nel modello dominatore e competitivo patriarcale.
Il capitalismo globale ha lavorato negli ultimi due decenni per distruggere qualsiasi forma di aggregazione sociale reale e sostituirla con la finzione dell’aggregazione virtuale.
Non solo perché questa è più controllabile rispetto ai corpi reali, ma perché in questo modo ogni interazione è monetizzabile. Ogni amicizia social, ogni riunione online, ogni contatto telefonico porta soldi alle multinazionali hi-tech.
E soprattutto, ogni fatto reale può essere facilmente distorto dalla sua riproducibilità virtuale deformandone il senso.
Non si arriva in pochi giorni o mesi o anni a un tipo del genere di distruzione sociale, a una psicosi di massa e a una falsità ideologica tanto palesi quanto invisibili, su scala globale o quanto meno a livello così invasivo nei paesi dove la vita sociale delle comunità è stata compromessa. La si mette in atto quando si è lavorato bene e a lungo a creare deserto dove prima c’era vita. La riconnessione mente-corpo, la riconnessione delle comunità territoriali e la riconnessione umani-natura sono le uniche vie in questo momento per affrontare la crisi antropologica interna al tardo capitalismo che ognuno/a di noi ha alimentato e da cui non si esce con una manifestazione o con un boicottaggio.
Per smettere di essere automi imboccati dalla notizia di oggi che cancella la notizia di ieri, di essere telecomandati/e nelle nostre scelte di vita, per smettere di essere scelti/e come burattini occorre riconnetterci ad uno stadio di profondità difficile e doloroso, che può essere indipendente dal livello di indottrinamento che abbiamo.
Paradossalmente proprio questo può essere il momento giusto. Perché è il momento in cui la persecuzione si è orientata in modo chiaro verso i nudi corpi.
Infodemia multinazionale e costruzione del nemico: dai no global ai no vax
Genova, 21 luglio 2021
Reprimere nel sangue 20 anni fa è servito a far diventare ovvio nelle masse qualsiasi disegno criminale per alimentare i profitti delle multinazionali. Qualsiasi follia che diventa ovvietà grazie alla paura. Che sia l’antrace, Bin Laden, Saddam, la Sars, lo spread o l’Islam, c’è sempre stata in questi 20 anni una scusa per odiare qualcuno e restringere le maglie della libertà.
Fino al capolavoro attuale, il mondo sotto assedio e i cervelli sotto psicosi perenne per un virus trattato come la peste che circola senza freni come tutti i virus della storia umana ma su cui i medici non possono sperimentare cure che funzionino senza rischiare di finire radiati.
20 anni fa si parlava già di brevetti sulla vita e proprietà intellettuale, di biotecnologia imposta con la forza alla popolazione e cibi transgenici imposti alle comunità con la fandonia del risolvere la fame del mondo creata dallo stesso sistema politico-economico capitalista. Ma negli ultimi anni il capitalismo ha virato definitivamente sull’high-biotech e il centro della scena se lo sono preso queste multinazionali, che dirigono i media e i politici locali vassalli nell’infame campagna di odio, repressione e violenza verso chi resiste a comprare l’ultima invenzione sperimentale biotech e “pretende” di decidere sulla propria vita.
Non servono commemorazioni, serve un altro mondo possibile: un’altra economia, un’altra scuola, altri luoghi di socialità, un’altra medicina e una scienza libera, un altro rapporto con la terra, un’altra politica fondata sulle comunità e sulle relazioni. Senza confini, barriere e lasciapassare.
Non servono riti celebrativi se non ci rendiamo conto quando l’orrore del potere violento e segregazionista torna ad avere la meglio sulle nostre vite, come sta accadendo in questi giorni.
Anche per questo sono a Genova in questo momento.
Le migliaia di vittime provocate dalle multinazionali dei farmaci
Corvelva, 13.10.2019
Mentre in Italia ad ogni influenza si grida alla peste e alla minaccia di terribili epidemie (e quindi ci vogliono obbligare a vaccinare pure le formiche dei nostri giardini), le multinazionali farmaceutiche si rendono protagoniste dell’ennesimo scandalo che ha provocato migliaia di vittime dovute agli antidolorifici che venivano prescritti da medici compiacenti come fossero noccioline e rendevano i pazienti tossicodipendenti fino alla loro morte.
Si è di fronte a un’epidemia per dipendenza che negli Stati Uniti ha causato oltre 70mila decessi per overdose nel solo 2017 e 400 mila morti dal 1999 ad oggi. La multinazionale farmaceutica statunitense Johnson & Johnson è stata condannata per la promozione di antidolorifici da oppioidi a un risarcimento danni di 572 milioni di dollari. Ma alla tragedia si aggiunge altro orrore. Infatti alla notizia della condanna della multinazionale Johnson & Johnson la borsa ha reagito positivamente con un segno di più 4% perché ci si aspettava una condanna maggiore. Immaginiamo l’azionista che festeggia perché nonostante le migliaia di morti non è stato intaccato il suo investimento anzi è aumentato…
Ma che razza di gente è questa? Chi punisce queste società e i loro vertici? Dove è la giustizia? Tutto ciò accade per il semplice motivo che coloro che mantengono in piedi e foraggiano la politica sono gli stessi che magari stanno ai vertici delle Corporation, quelle di ogni campo, dall’energia alla farmaceutica, dall’alimentazione alla chimica, che sulla coscienza hanno ognuna per proprio conto innumerevoli “tacche”; ma potendo pagare tutto e tutti, i morti non contano nulla, anzi si brinda se le multe comminate sono minori di quello che ci si aspettava. E domani continueranno a fare lo stesso se non peggio, tanto tutto viene calcolato, anche le possibili perdite derivate dalle multe, sono i cosiddetti “costi malefici”.
Un mondo completamente alla rovescia dove chi contribuisce alla morte di migliaia di persone vede alzare i propri profitti; ma se qualcuno vuole semplicemente scegliere o meno se vaccinarsi, è additato lui come criminale. Le Corporation non cambieranno mai, sono e vivono in un mondo che non ha nulla a che vedere con quello reale, un mondo fatto solo di soldi, dove il guadagno non è mai abbastanza in una spirale perversa senza fine. Loro non possono cambiare ma chi prescrive i loro prodotti deve necessariamente fare obiezione di coscienza e chiedersi se davvero obbedire a queste persone è umano e giusto. Se c’è chi ha studiato per curare gli altri, la prima cosa che dovrebbe fare è rifiutare proprio i veleni spacciati come medicine. E meno male che fra i luminari al libro paga delle multinazionali farmaceutiche c’è pure chi mette in dubbio l’omeopatia, dicendo che ha poca o nulla efficacia, nonostante milioni di persone la usino e con una letteratura scientifica sterminata a supporto. Saranno milioni di idioti? Dubito fortemente. Non è comunque vero che l’omeopatia faccia poco ma anche se fosse, meglio fare poco che ammazzare la gente, questo è sicuro.
Vi consigliamo il film Corporation, quanto mai attuale per descrivere la loro assoluta schizofrenia che produce solo danni
T’immagini?
Immaginate di trovare una cura che funziona per una malattia diventata ossessione globale, e che a questa cura venga negato il protocollo di cura e la possibilità che diventi diffusa per tutti/e e salvi vite.
Immaginate che tutto ciò avvenga perché c’è un business in corso su un altro farmaco sperimentale che porterà miliardi alla sua casa produttrice, spostando completamente l’asse economico della finanza globale dopo 20 anni di ridefinizione delle politiche transnazionali a favore delle multinazionali hitech e biotech.
E immaginate di essere umiliato da cretini di prim’ordine, giornalisti canaglie, popstar idiote e da tutta la canea mediatica pagata per rendere ogni giorno la popolazione più lobotomizzata e automizzata.
E immaginate anche che quelli che dovrebbero ragionare, i cosiddetti intellettuali, invece di giudicare sui costi e benefici di ogni intervento politico e sociale, vivano nella psicosi di massa, impauriti di dire in pubblico qualsiasi cosa di diverso, sebbene sia evidente anche a loro che tutta la costruzione mediatica fa acqua da tutte le parti e riflette esattamente la costruzione di regimi totalitari, per chi conosce o dovrebbe conoscere la storia e non è vittima della psicosi. Insomma, roba da suicidarsi.
Ps. E post mortem, immaginate di vedere Ansa e Repubblica che mettono la notizia al dodicesimo posto entrambe senza foto, mentre cercano di soffiare sul fuoco dell’odio scientista per una bambina malata morta, mentre idolatrano gli italiani olimpici, mentre vaneggiano di flop e forza nuova contro i milioni di italiani contrari al lasciapassare nazicapitalista. Roba da ri-suicidarsi
Terapia di movimento
Compagne e compagni, non tutto è perduto: c’è questo libro del 1998 di Rifkin che vi spiega perché i ricchi capitalisti negli anni Novanta si stavano buttando sulle manipolazioni genetiche e perché parlare male della Pfizer o della Monsanto non è una cosa di destra.
Sapete, anche se non ve lo ricordate, alcune di noi andarono a Genova proprio per questi motivi.
Lo so che a voi invece non è mai interessato nulla delle questioni ecologiche e volevate solo cacciare Berlusconi, e che quando parlavamo di nuove forme di alienazione e controllo sociale bio-medico ci prendevate per cagne sciolte pazze ed estremiste e non allineate alla dialettica tra centrosinistra e sinistra radicale.Ora però, lo so, tutto è cambiato, e i nodi sono arrivati al pettine.
Lo so è difficile andare a letto pensando che state appoggiando un apartheid. Non bastano i compagni Zoro, Zerocalcare, Mentana, Butac, Scanzi e Fedez a farvelo dimenticare, e tutta la latrina comunicativa di finta sinistra dentro cui vi cibate. E non basta aver farneticato di nostri spostamenti a destra e/o gomblottismi e/o salvinismi, melonismi e forzanuovismi, e fakenewsismi a spiovere.
Solo perché restavamo coerenti nell’analizzare quello che la globalizzazione ha fatto dagli anni Novanta in poi, cioè la tirannia economica globale, la distruzione dei territori e l’alienazione totale dell’individuo reso automa cretinetti, telecomandato dall’alienazione virtuale e incapace di capire e scegliere cos’è il bene e il male. Fino a quando ci vomitavate la vostra merda addosso online era facile e liberatorio.
Ora che avete paura di contribuire alla nostra esclusione dalla società come qualsiasi infame fascista della storia, non è facile guardarsi allo specchio. E vi chiedete perché.
“Perché? Perché non posso continuare a dire che sono solo ignoranti trogloditi vittime di fake news? Che bisogna abolire il suffragio universale? Che si informano su Google? Che non hanno senso di responsabilità sociale? Che sono scemi e noi intelligenti? Perché questa sensazione di essere burattino telecomandato che dice cose politicamente corrette mentre faccio una vita di merda e contribuisco a fare accadere il contrario di quello che dico?”
Ma compagne e compagni, mantenete la calma. Ho la soluzione. Si può fare ancora qualcosa. Le cose non stanno come sembrano.
Primo: non sarà facile escluderci dalla società, perché: come tutta la politica è una fiction virtuale, anche questa dittatura è una fiction virtuale. Basta chiudere la connessione ed è sparito anche il nazipass. Basta la realtà, la bellezza, la comunità di persone solidali che si sostengono, il mare, la montagna, la musica e tutto il resto e la paura passa. L’altro mondo possibile, ricordi? Ora qualcuno è costretto a farlo, e piacerà anche a te, come ti è sempre piaciuto vedere da fuori le cose belle che facevamo noi stravaganti.
Secondo: avete la possibilità di evolvervi, crescere, studiare, capire cosa è successo, uscire dai luoghi comuni progressisti che ripetete inutilmente e perfino praticare qualcosa di utile per voi e per il mondo. Lo so sembra impossibile praticare qualcosa invece di parlare soltanto di sol dell’avvenire, ma non lo è.
Allora questo è il primo consiglio: partite da questo testo, “Il secolo Biotech” di Jeremy Rifkin. Non è la troglodita Vandana Shiva con il diamante sulla fronte o la sua alleata Arundhati Roy, non sono nemmeno gli zapatisti estremisti con quel brutto passamontagna, che poi se le vanno a cercare le pallottole in fronte: è uno stimato economista che piace anche ai cretinetti di Repubblica.
Ma vale la pena giuro. Meglio di un Valium.
La prossima Norimberga per chi ha negato le cure Covid
L’associazione Ippocrateorg ha dichiarato che i suoi medici hanno curato con successo 60.000 pazienti, di cui sono morti solo 7 (presi tardi). Dichiarazioni simili hanno fatto in questi mesi tutti i medici legati all’altra associazione di cure domiciliari, “Terapia domiciliare”. Esperienze simili sono riportate in vari altri paesi, a partire dagli Stati Uniti: stesso successo e stesso trattamento ostracizzante tenuto dallo stato italiano.
La mancata cura di persone che sono morte per o con covid19 e l’ostacolo frapposto da parte di chiunque lo abbia fatto, potrebbe in futuro avere conseguenze politiche, sociali e giudiziarie inaudite. Negli ultimi giorni sono state annunciate 5 terapie di cura che entreranno in vigore da ottobre. Quando, come sostengono ai piani alti del governo italiano, la “campagna vaccinale di massa” sarà conclusa. Una di queste cure, come spiega l’infettivologo Lorenzo Mondello su “Insanità” (vedi foto), riguarda anticorpi monoclonali realizzati partendo dal plasma iperimmune. La cura con il plasma iperimmune costava 80 euro a persona e la partecipazione popolare dei guariti con le loro donazioni. Il farmaco artificiale realizzato dal plasma e di proprietà della multinazionale di turno costerà 2000 euro. Burioni, in un video di un anno fa, dopo le sue solite vagonate di merda che hanno contribuito a uccidere De Donno, illuminava occhi e voce parlando della possibilità che avremmo avuto tra un anno (ora), di utilizzare la proprietà intellettuale sul plasma iperimmune, senza intanto intaccare il business dei vaccini.
La liberazione dal mondo distopico che stiamo vivendo probabilmente partirà proprio da qui, cioè dalla decolonizzazione dell’immaginario psicotico di massa che oggi accusa chi continua ad essere vivo di essere “untore” e “novax”, e non vede i veri assassini che sono al potere, cioè le multinazionali farmaceutiche e biotecnologiche, e i loro vassalli complici – i politici nazionali, la stampa, i medici e gli scienziati collusi.
FONTI
“Non ne usciremo mai fin quando non capiremo che la libertà dobbiamo riprendercela”
Matteo Gracis
in “Covid 1984” – Darinka Montico intervista Matteo Gracis