21 luglio 2016. Per la prima volta dopo 15 anni si svolge un incontro all’interno della scuola Diaz di Genova, teatro del massacro durante la notte tra il 20 e il 21 luglio 2001, durante il vertice del G8.

Interventi:

Heidi Giuliani 00:35
Massimo Palma 8:12
Giuliano Giuliani 21:10
Lorenzo Guadagnucci 27:10
Mark Covell 43:01
Arnaldo Cestaro 57:40

Riprese: Ilaria Bracaglia
Montaggio: Gianluca Ricciato

Musiche: Il sole di luglio
https://www.youtube.com/watch?v=y2oXeDP1AzQ

Immagine di copertina ripresa dal film:
“Diaz – Don’t clean up this blood”
https://www.youtube.com/watch?v=KVysTs75mBI

Per un resoconto dell’incontro:
https://fiabeatroci.wordpress.com/2016/07/28/ritorno-alla-diaz/

Per approfondimenti:

http://www.veritagiustizia.it/
http://www.piazzacarlogiuliani.it/
http://www.osservatoriorepressione.info/
http://www.minimaetmoralia.it/wp/happy-diaz-una-riflessione-non-convenzionale-su-genova-2001/

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Dalla sentenza della Corte Europea

L’irruzione della polizia nella scuola Diaz-Pertini

 

Arnaldo Cestaro alla Diaz 2016
Arnaldo Cestaro

  1. Verso mezzanotte, una volta arrivati in prossimità delle due scuole, i membri del VII Nucleo antisommossa, dotati di caschi, scudi e manganelli di tipo tonfa, nonché altri agenti equipaggiati allo stesso modo iniziarono ad avanzare a passo di corsa. Un giornalista e un consigliere comunale, che si trovavano all’esterno degli edifici delle due scuole, furono colpiti con calci e manganelli (sentenza di primo grado, pagg. 253-261).
  2. Alcuni occupanti della scuola Diaz-Pertini che si trovavano all’esterno rientrarono quindi nell’edificio e chiusero il cancello e le porte d’ingresso, tentando di bloccarle con dei banchi di scuola e delle tavole di legno. Gli agenti di polizia si ammassarono davanti al cancello che forzarono con un mezzo blindato dopo aver tentato invano di sfondarlo a spallate. Infine, l’unità di polizia descritta sopra sfondò la porta d’ingresso (ibidem).
  3. Gli agenti si divisero nei piani dell’edificio, parzialmente immersi nel buio. La maggior parte di loro aveva il viso coperto da un foulard, essi cominciarono a colpire gli occupanti con pugni, calci e manganelli, gridando e minacciando le vittime. Alcuni gruppi di agenti si accanirono anche su degli occupanti che erano seduti o allungati per terra. Alcuni degli occupanti, svegliati dal rumore dell’assalto, furono colpiti mentre si trovavano ancora nei loro sacchi a pelo; altri lo furono mentre tenevano le braccia in alto in segno di resa o mostravano le loro carte d’identità. Altri occupanti tentarono di scappare e si nascosero nei bagni o nei ripostigli dell’edificio, ma furono riacciuffati, colpiti, talvolta tirati fuori dai loro nascondigli per i capelli (sentenza di primo grado, pagg. 263-280, e sentenza d’appello, pagg. 205-212)”.

“165. Nel caso di specie, la Corte osserva che dalla sentenza di primo grado e dalla sentenza di appello (paragrafi 33 e 73 supra), alle quali fa riferimento la sentenza della Corte di cassazione (paragrafo 77 supra), risulta che, una volta entrati nella scuola Diaz-Pertini, gli agenti hanno colpito quasi tutti gli occupanti, anche quelli che erano seduti o distesi a terra, con pugni, calci e colpi di manganello, urlando e minacciando gli occupanti”.

“177. Nella presente causa, la Corte non può ignorare che, secondo la Corte di cassazione, le violenze nella scuola Diaz-Pertini, di cui è stato vittima il ricorrente, erano state esercitate con finalità «punitiva, vendicativa e diretta all’umiliazione ed alla sofferenza fisica e mentale delle vittime» e che le stesse potevano definirsi «tortura» ai sensi dell’articolo 1 della Convenzione contro la tortura e le altre pene e trattamenti crudeli, inumani o degradanti (paragrafo 77 supra).

  1. Inoltre, dal fascicolo risulta che il ricorrente è stato aggredito da agenti che lo hanno preso a calci e colpi di manganello tipo tonfa, considerato potenzialmente letale dalla sentenza di appello (paragrafo 68 supra), e che è stato colpito molte volte in varie parti del corpo.

I colpi inferti al ricorrente gli hanno causato fratture multiple (dell’ulna destra, dello stiloide destro, del perone destro e di varie costole) che hanno causato un ricovero di quattro giorni, una incapacità temporanea superiore a quaranta giorni, un intervento chirurgico durante il ricovero suddetto nonché un intervento alcuni anni dopo; il ricorrente ne ha mantenuto una debolezza permanente del braccio destro e della gamba destra (paragrafi 34-35 e 155 supra). Le conseguenze fisiche dei maltrattamenti subiti dal ricorrente sono dunque importanti.

Non possono essere sottovalutati nemmeno i sentimenti di paura e di angoscia suscitati nel ricorrente. Essendosi rifugiato in un riparo notturno, il ricorrente è stato svegliato dal rumore causato dall’irruzione della polizia. Oltre ai colpi subiti, ha visto gli agenti della polizia colpire altri occupanti senza alcun motivo apparente.

In questo contesto, conviene anche ricordare le conclusioni alle quali sono giunti i giudici nazionali nell’ambito del procedimento penale e che il Governo ha dichiarato di condividere in generale: secondo la sentenza di primo grado, la condotta della polizia all’interno della scuola Diaz-Pertini ha costituito una violazione evidente della legge, «di ogni principio di umanità e di rispetto della persona» (paragrafo 51 supra); secondo la sentenza di appello, gli agenti hanno colpito sistematicamente gli occupanti in un modo crudele e sadico, agendo come dei «picchiatori violenti» (paragrafi 67 e 73 supra); la Corte di cassazione parla di violenze «di una gravità inusitata» e «assoluta» (paragrafo 77 supra).

Nelle sue osservazioni dinanzi alla Corte, il Governo stesso ha definito le condotte della polizia nella scuola Diaz-Pertini come atti «molto gravi e deplorevoli»”.

https://www.giustizia.it/giustizia/it/mg_1_20_1.page?facetNode_1=0_8_1_85&facetNode_2=1_2(2015)&facetNode_3=1_2(201504)&contentId=SDU1158721&previsiousPage=mg_1_20

 

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